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La catena di fornitura è forte quanto il suo anello più debole

A causa del numero in costante crescita degli incidenti informatici nel settore produttivo e manifatturiero, la sicurezza informatica è diventata una priorità urgente per i consigli d’amministrazione. E per valide ragioni: solo nel 2014, in tutto il mondo sono stati segnalati 2.300 incidenti informatici e 850 violazioni dei dati in questo settore (Verizon, 2024).

Ma perché la produzione è un obiettivo così interessante per i criminali di questo tipo? Perché in questo settore spesso si verifica una situazione perfetta data da una combinazione di errori umani e vulnerabilità nella catena di approvvigionamento. Siete curiosi di scoprirne l’impatto? Diamo un’occhiata più da vicino.

03 feb La catena di fornitura è forte quanto il suo anello più debole

Il tempo è denaro

La produzione funziona come un meccanismo ben oliato, finché qualcosa non interrompe la catena di approvvigionamento. Le materie prime arrivano nei tempi previsti e nelle quantità corrette, i team lavorano con impegno e le linee di produzione operano a ritmi serrati. Tutto funziona bene, mantenendo il ritmo produttivo e di consegna.

Ma se qualcosa va storto nel punto A, spesso le onde d’urto si ripercuotono fino al punto Z. Questa forte interdipendenza rende questo settore un bersaglio di prim’ordine. Non sono soltanto il valore elevato dei prodotti e il capitale ad attirare gli hacker, ma anche il fatto che ogni ritardo comporta costi notevoli.

Quando i ransomware portano all’arresto dei macchinari, la produzione si blocca e i profitti svaniscono all’istante. I tempi morti non sono un’opzione in questo settore.

Gli hacker lo sanno e sfruttano questa consapevolezza a proprio vantaggio. Si tratta di un settore in cui ogni secondo è importante, e spesso le aziende sono propense a pagare per evitare conseguenze finanziarie ancora peggiori.

Gli hacker sono in cerca di soldi e la catena di approvvigionamento è il loro jackpot

Al giorno d’oggi gli hacker non si concentrano più esclusivamente sulle organizzazioni, ma prendono di mira l’intera catena di approvvigionamento. Ciò significa che i danni causati da un attacco informatico possono essere ben più gravi rispetto al passato.

In alcuni casi l’azienda può costituire un danno collaterale, una vittima non predestinata di una violazione avvenuta in un altro punto della catena di approvvigionamento. Tuttavia, sempre più spesso gli hacker prendono di mira deliberatamente fornitori, partner o rivenditori (spesso l’anello debole del sistema) per mirare ai gioielli della corona custoditi dall’organizzazione.

Ecco i tre modi più diffusi in cui la catena di approvvigionamento risulta esposta ad attacchi informatici:

1. Un fornitore è vittima di un attacco informatico

Nel 2021 Albert Heijn, un’importante catena di supermercati olandese, si è trovato per giorni con gli scaffali dei formaggi vuoti. Il motivo? Il suo fornitore, Bakker Logistiek, è stato vittima di un attacco informatico e non riusciva ad accedere ai propri sistemi, pertanto non poteva effettuare le consegne.

Questo incidente evidenzia la stretta interconnessione fra i sistemi, e il modo in cui una violazione in uno degli anelli della catena di approvvigionamento influenza tutti gli altri. Essa può avere ripercussioni sui fornitori, sui clienti e perfino sugli utenti finali, attivando un effetto domino che colpisce l’intero settore.

2. Il fornitore di servizi IT dell’organizzazione subisce una violazione

Molte aziende si affidano a fornitori di terze parti per sistemi di inventario, software HR o strumenti di pianificazione. Ma cosa accade quando uno di essi viene compromesso?

Se il sistema è integrato con quello dell’organizzazione, l’attacco può diffondersi facilmente anche all’infrastruttura di quest’ultima. Un singolo click su un link dannoso o una patch di sicurezza mancante possono consentire agli hacker di accedere ai tuoi dati.

3. Sistemi e applicazioni sono ormai vecchi

Usi ancora Windows 7? O un’applicazione che non viene aggionata da anni? I vecchi sistemi non soggetti a una corretta manutenzione sono una miniera d’oro per gli hacker. Prendiamo come esempio Kaseya: nel 2021 una vulnerabilità del software ha consentito agli hacker di accedere ai dati di numerose aziende in tutto il mondo, inclusa la società olandese Hoppenbrouwers Techniek. I sistemi trascurati sono il bersaglio più facile per i criminali informatici.

L’anello più debole? Il fattore umano

Oltre a sistemi datati e vulnerabilità tecniche, l’errore umano resta il rischio maggiore, causa del 68% degli incidenti informatici (Verizon, 2024). Dalle truffe di phishing alla gestione scorretta dei dati, spesso sono i dipendenti ad aprire involontariamente la porta alle minacce informatiche.

Per questo motivo la formazione relativa alla consapevolezza sulla sicurezza è così importante. Insegna ai tuoi dipendenti a riconoscere le minacce. Fai sì che diventino consapevoli. Aiutali a comprendere i rischi e a mantenersi sempre allerta per agire correttamente quando si presentano.

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